Non fosse stato per la stazione eretta non avremmo avuto mani, e quindi guanti. Per realizzare le due versioni di queste semplici manopole (chiuse e senza dita) ho usato il baby yak di mYak. Si tratta di una fibra particolarmente fine e calda, che risulta morbidissima e leggermente pelosa dopo il lavaggio, anche se la matassa ha una mano leggermente “pastosa” e rustica.
Dalla nascita, mYak si pone con intelligenza all’intersezione tra la moda e il commercio equo. I suoi filati sono prodotti da velli di yak tibetano accuratamente selezionati (sono usati solo i velli degli animali di età inferiore ai 2 anni, i più morbidi e delicati). L’azienda offre alle popolazioni rurali tibetane non solo prezzi decisamente più alti di quelli commerciali ma anche assistenza continua e formazione per garantire tanto un miglior prodotto quanto migliori condizioni di vita per le comunità con cui collaborano.
La fibra viene poi portata in Piemonte dove viene filata e tinta con procedimenti a basso impatto. Per ridurre l’inquinamento, mYak ha scelto di evitare i trattamenti più inquinanti, come per esempio la sbiancatura delle fibre, cosa che spiega la prevalenza dei colori scuri nella loro palette.